11° RAPPORTO UIL Como

LA CASSA INTEGRAZIONE NELLA PROVINCIA DI COMO

 Anno 2015

Dati Dicembre 2015

 

 

 

Elaborazione UIL su fonte INPS

 

PRESENTAZIONE

 

Il consuntivo delle ore di Cassa Integrazione nella Provincia di Como nel 2015, ci consegna un totale di oltre 10 milioni di ore richieste dalle aziende Comasche (con un calo del 39,2% rispetto al 2014) di cui la Cassa integrazione Straordinaria assorbe più di 5 milioni di ore (con una flessione del 25,9% rispetto all’anno precedente), la Cig Ordinaria oltre 4 milioni di ore (con una flessione del 37,1%) e la Cig in Deroga più di 600 mila ore (-78,0% rispetto al 2014).

L’industria è il ramo di attività che nel 2015, con oltre 8 milioni di ore, ha inciso di più, 84,8% sul totale delle ore richieste nell’anno; l’edilizia ha cumulato nell’anno più di 700 mila ore di cassa integrazione, a cui segue il commercio con oltre 600 mila di ore e l’artigianato con 200 mila ore. In questi settori il calo è trascinato, in basso, dalla cassa in deroga, ormai fortemente  ridotta per il de-finanziamento e per la ristrettezza della durata massima di questo strumento.

Rimane invece fortemente in fibrillazione il settore tessile, dove la richiesta di cassa integrazione ordinaria è aumentata del 10,8% rispetto all’anno scorso ( più di 1,4 milioni di ore ), complessivamente sono state 3,2 milioni di ore di cassa richieste nel settore, con un’incidenza del 31,9% sul totale delle ore di cassa integrazione.

Il rapporto della cassa integrazione conferma l’importanza di questo ammortizzatore sociale nel proteggere posti di lavoro, sono state 4.975 unità di lavoro salvaguardate nella provincia di Como nel 2015, in particolare dalla Cassa Straordinaria (2.635 ). Preoccupa ciò che potrebbe concretizzarsi nei prossimi mesi con l’entrata in vigore del Jobs Act in tema di ammortizzatori sociali. Infatti, nonostante l’allarme del sindacato, e di molti osservatori, la Nuova Cassa integrazione subirà forti limiti sia per la durata (massimo 24 mesi in 5 anni) sia per l’effetto indotto dall’alto costo che un azienda, peraltro in crisi, dovrà sopportare in termini economici (ticket di accesso). Tutto questo, appunto, in un quadro economico ancora incerto, potrebbe indurre molte imprese a rinunciare a combattere (ristrutturarsi per ripartire) e procedere per la strada, socialmente, grave, della riduzione parziale o totale del personale.

I dati sulla cassa integrazione e quelli relativi alla lista di mobilità della sottocommissione ammortizzatori sociali dell’Amministrazione Provinciale, più di 1.300 lavoratori espulsi dal mondo del lavoro,  confermano la persistenza di una situazione di difficoltà delle nostre imprese, e fa emergere come la crisi stia selezionando le imprese del nostro territorio. Ciò dovrebbe comportare una diversa politica economica, che non si vede all’orizzonte, sia in termini di scelte strategiche (individuazione degli asset su cui investire) sia per quanto riguarda politiche economiche favorenti la ripresa come il sostegno ai consumi e politiche fiscali adeguate a sostegno di salari e pensioni.

 

                                    Salvatore Monteduro

                        Segretario Generale CST UIL di Como

Como, gennaio 2015

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