8° RAPPORTO UIL Como
settembre 2015
LA CASSA INTEGRAZIONE NELLA PROVINCIA DI COMO
gennaio-settembre 2015
Continua la discesa di ore di cassa integrazione richieste da parte delle Aziende Comasche nel mese di settembre rispetto allo stesso mese dell'anno scorso -40,4%, mentre dall'inizio dell'anno la diminuzione è stata del 33,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno 2014.
Sono circa 5.890 i lavoratori interessati dalla cassa integrazione nel corso di quest'anno, nell'anno 2014 nello stesso periodo erano stati 9.881 (-3.991).
Il settore industriale, con oltre 7 milioni di ore, è quello maggiormente interessato dalla richiesta di cassa integrazione e sono 4.881 i lavoratori coinvolti; un settore produttivo questo che nella Provincia di Como da occupazione a circa 87.000 lavoratori, su un totale di 202.000 (43%).
La diminuzione della richiesta di ore di cassa integrazione, nel periodo gennaio-settembre 2015, non è così evidente nel settore tessile, solo -2,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Se da un lato i dati della cassa integrazione fanno pensare ad una ripresa economica stabile, dall'altra quelli congiunturali sulla demografia delle imprese del terzo trimestre di Unioncamere Lombardia mostrano per la Provincia di Como una riduzione del 1,7% delle imprese attive 42.992 a fine settembre 2015 rispetto a quello di un anno fa, e il settore delle costruzioni, 7.949 imprese attive, 6,0% in meno rispetto ad un anno fa, ancora in forte sofferenza.
Il tutto denota quanto sia ancora flebile la ripresa, la quale si regge più che mai sull'export, e conseguentemente soggetta alle turbolenze e variazioni dei mercati finanziari globali. Ma per sostenere fino in fondo una crescita stabile, duratura e che permetta un incremento del PIL che vada oltre il decimale, bisogna sostenere la domanda interna, e di tutto ciò non vi è traccia nella legge di stabilità 2016, che continua a basarsi su tagli lineari alla spesa pubblica, non affronta l'annoso problema dell'evasione fiscale e non protegge i dipendenti pubblici dalla perdita del potere d'acquisto dei propri salari, derivante dal mancato rinnovo (sei anni) del Contratto, nella legge di stabilità sembra che siano previsti solo 200 milioni di euro, l'equivalente di € 5,00 mensili di aumento.
Per tutto questo siamo profondamente preoccupati e chiediamo un cambio di rotta al governo.
Salvatore Monteduro
Segretario Generale CST UIL di Como
Como, ottobre 2015