L'indagine congiunturale primo trimestre 2015 in Provincia di Como della Camera di Commercio, offre un panorama della crisi ancora incerto:

Manifatturiero:

Si registra una flessione, -0,6%, della produzione industriale, in controtendenza al dato regionale lombardo ( +0,4%). I settori maggiormente colpiti sono : calzature ( -5,3%), tessile ( -3,6% ), abbigliamento (-3,3%) e legno arredo ( -1,5%). Mentre sono in crescita: gomma plastica ( +4,1 %), mezzi di trasporto ( +2,9%), carta ( +1,5%).    

Il dato della produzione industriale nel settore tessile correlato alla richiesta di ore di cassa integrazione straordinaria ( 582.655 ore)  nel primo trimestre 2015 nella provincia di Como conferma la situazione di difficoltà che vive.

A fronte del calo della produzione industriale si registra una crescita del fatturato del 2,5% del settore manifatturiero, al quale contribuisce in maniera preponderante il fatturato estero, cresciuto del 3,2%, la cui quota incide per 31,4% rispetto al fatturato totale, in calo, comunque al di sotto del dato regionale ( 40,3%). La dinamica del fatturato ha inciso l'andamento dei listini dei prezzi che a Como sono cresciuti dell'1,4% ( 1,1% in Lombardia), a fronte di un aumento del costo delle materie prime pari a +3,9% ( 3,0% in Lombardia). 

Un dato preoccupante per il futuro è la diminuzione degli ordini: -4,2% dal mercato estero, in controtendenza a quello Regionale ( + 2,5%); gli ordini interni sono stazionari 0,0%, anche questi inferiori a quelli registrati in regione ( +0,9%).

I riflessi occupazionali nel settore manifatturiero nel primo trimestre sono una contrazione del 3,4%. Il dato lombardo, pur negativo, è migliore -1,6%. 

 

Commercio :

Il settore, nella nostra Provincia, si trova da diversi anni in stallo, risentendo in modo diretto del calo del reddito disponibile delle famiglie residenti, non compensato in modo uniforme dagli acquisti di turisti e ticinesi, questi ultimi attratti in modo ancora più forte dalla svalutazione dell’euro rispetto al franco: effetto che si è fatto sentire per la grande distribuzione: i prodotti di largo consumo confezionati venduti in ipermercati e supermercati sono cresciuti del +7,1% a valore e del +3,4% a volume, incrementi che non trovano riscontro a livello regionale e nazionale. Rispetto al trimestre precedente i prezzi di vendita sono risultati in calo, in linea con il dato lombardo (-0,4%). È invece in lieve aumento l’occupazione (+0,1% la variazione congiunturale), dopo 5 trimestri di contrazione.

Servizi:

Finalmente il settore dei servizi porta a casa il primo dato positivo da diversi anni, facendo presagire un’inversione di rotta: il fatturato cresce del +1,6%, superiore alla media regionale (+0,6%). Rispetto al trimestre precedente i prezzi sono risultati in lieve calo (-0,1%, in linea con il dato regionale), mentre l’occupazione è lievemente aumentata (+0,1%).

Demografia d'Impresa:

Diminuiscono le imprese registrate all’anagrafe camerale di Como 48.019 unità, alla data del 31 marzo 2015, con un calo tendenziale di -1.095 attività rispetto a marzo 2014 (- 2,2%) e congiunturale di -339 aziende rispetto a dicembre 2014. È analogo l’andamento del sottoinsieme delle imprese attive, che con 42.992 unità perdendo 936 unità rispetto all’anno precedente (-2,1%) e 333 imprese negli ultimi tre mesi. Pesante il calo delle imprese artigiane,. quelle registrate al 31 marzo 2015 sono risultate infatti 16.366 (di cui 16.313 attive), in calo tendenziale di -537 unità (-3,2%) rispetto all’anno precedente e congiunturale di - 232 aziende rispetto al trimestre precedente. Tra i settori che hanno subito maggiori perdite, nella registrazione, le costruzioni - 162 aziende attive; unici settori in lieve controtendenza sono risultati quelli relativi alle "Attività dei servizi di alloggio e ristorazione” (con una variazione positiva di +5 imprese) e “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese” (+19 aziende).

L’analisi della consistenza di imprese attive su base tendenziale conferma il calo dei settori più rilevanti rispetto a dodici mesi prima: il commercio ha perso 234 attività, le costruzioni 461, il manifatturiero 107, l’immobiliare 61, i servizi turistici 45, l’agricoltura 24, le attività professionali, scientifiche e tecniche 61, il trasporto e magazzinaggio 29. In controtendenza alcune attività di servizi: alle imprese (+47 aziende attive in un anno), attività finanziarie e assicurative (+20), attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+13), sanità e assistenza sociale (+10). 

I fallimenti dichiarati dal Tribunale di Como nel primo trimestre del 2015 sono stati complessivamente 34, esattamente come nei primi tre mesi del 2014. Le procedure fallimentari hanno riguardato in particolare i comparti dell’industria e dell’edilizia (19); a seguire il commercio (8) e le altre attività (7).

 

Conclusioni UIL Como:

Lo studio congiunturale primo trimestre 2015 della Camera di Commercio di Como, evidenzia ancora una volta la difficoltà, l'instabilità e la sofferenza delle imprese Comasche, le quali vivono le fibrillazioni e turbolenze dei mercati interni e ancor più globali. Una situazione precaria presente in tutti i settori economici, che ha riflessi occupazionali negativi: -3,4% Manifatturiero; mentre, leggermente positivi nei settori del Commercio e dei Servizi +0,1%. Questi dati se messi in correlazione con la richiesta da parte delle aziende comasche dello ore di cassa integrazione nel primo trimestre 2015, specialmente quelle relative alla cassa straordinaria 2.445.987 ore ( +10,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno 2014), dimostrano che il rischio, per il nostro territorio, di una crisi occupazionale duratura è alto. Alcuni settori ( Commercio e Servizi) potranno certamente beneficiare dell'evento EXPO, quanto questo possa fare da compensazione per gli altri settori resta un rebus.

Una crisi economica frenata, nella nostra Provincia, grazie alla crescita del fatturato estero, il quale è soggetto, più che mai, alle intemperie e fibrillazioni dei mercati globali, ma non si può vivere di solo export, bisogna rilanciare i consumi interni. Un rilancio che può arrivare, sia da politiche economiche del Governo centrale, attraverso un taglio della tassazione che grava sui lavoratori ed investimenti in infrastrutture, sia da dai singoli Enti territoriali, anche costoro possono utilizzare la leva fiscale locale ( irpef comunale e regionale, IMU, Tasi ecc), rilanciando gli investimenti pubblici e privati, quest'ultimi attraverso la riqualificazione delle aree dismesse per il tramite dei PGT ( piani di governo del territorio), interventi incisivi per il rilancio del settore edile.

Salvatore Monteduro

Segretario Generale CST UIL di Como  

 

  

   

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